Ogni anno, quando era possibile, Fra Nazareno andava per alcuni giorni a S. Giovanni Rotondo per pregare sulla tomba del suo grande maestro ed amico Padre Pio da Pietrelcina. Poiché anch’io lo avevo conosciuto bene, parlavamo spesso e a lungo delle nostre rispettive esperienze e ogni volta mi ricordava la promessa fattagli da Padre Pio, peraltro sempre mantenuta.

Della sua esperienza con il Frate di Pietrelcina mi raccontava di frequente ogni dettaglio: aveva per lui una speciale venerazione, ne distribuiva le immaginette, assieme a quelle della Madonna delle Grazie di S. Giovanni Rotondo, imponeva sugli ammalati il guanto di lana che Padre Pio aveva usato in vita e che ne aveva ricoperto le stigmate delle mani; aveva poi forgiato il suo modo di soffrire e di operare per il pros- simo secondo il modello del suo maestro che aveva sempre invocato nei momenti di particolare necessità e che a sua volta “non lo aveva mai lasciato solo”.

Una volta Fra Nazareno andò a S. Giovanni Rotondo su di un furgoncino “Ford Transit” del suo amico Antonio Diana. Partì dal Convento di Cagliari e, attraver- sando tutta la Sardegna per oltre 300 Km fino a Golfo Aranci, prese il traghetto diretto a Civitavecchia, proseguendo quindi fino a S. Giovanni Rotondo, in Puglia. Un viaggio lunghissimo, faticoso e tutt’altro che comodo, considerando sia il tipo di veicolo che la calura estiva.

Quando Antonio Diana andò in Convento trovò Fra Nazareno disteso ed in buona salute; appena partiti però, si accorse che una guancia del Frate si era improv- visamente arrossata e vi si erano formate delle strane “squame”; il Frate cominciò a star male e ad avere febbre: “Ma cos’ha in viso?” domandò Antonio Diana, “Vedo che sta male!”. “Non ho niente, Antonio! – rispose – “Non è roba mia, vai tranquillo… è certamente di qualcuno che è andato a trovarmi in Convento e non ha fatto in tempo a parlarmi”. Pregarono insieme sino a S. Giovanni Rotondo e giuntivi il male scomparve improvvisamente. Si seppe al rientro a Cagliari che effettivamente una persona con il viso arrossato e pieno di squame era andata a cercare Fra Nazareno subito dopo la sua partenza e pur non avendo potuto parlargli, il suo malanno era scomparso… per incanto: lo sventurato non sapeva che il suo male era andato a fare un viaggio in furgoncino sul volto di Fra Nazareno! Intorno alla metà del giugno 1974, si verificò un episodio che mi piace ricordare.

Una signora di Pula, T. Z., che viveva in una città della penisola era affetta da continue emorragie. Visitata dallo specialista, le venne diagnosticata una neoplasia.

Il medico le consigliò di sottoporsi, nel più breve tempo possibile, ad un intervento chirurgico. Prima di farsi operare però la donna desiderò rivedere l’anziana madre che risiedeva a Pula; la chiamò quindi per telefono annunciando la sua venuta in Sardegna.

T. Z. ignorava l’esistenza di Fra Nazareno. I suoi familiari invece andarono subito a trovarlo a Piccareddu e gli esposero le condizioni di T. Z.; il Frate li ascoltò in silenzio e li invitò a trattenersi un poco mentre egli si appartava in una stanza; rientrato poco dopo disse loro: “Andate tranquilli, non c’è più niente… fatela venire qui da me”. La donna intanto, ancora nella penisola ed all’oscuro della visita fatta dai suoi familiari, si sentì improvvisamente pervasa da una sensazione di benessere e si domandò: “Ma come mai mi sento così bene?”. Andò in bagno e con sua grande meraviglia si accorse che non v’era per la prima volta, da quando aveva cominciato a soffrire di quel male, alcuna traccia di sangue nelle urine. Subito dopo ricevette una telefonata da Pula da parte dei familiari, i quali la mettevano al corrente della visita fatta a Fra Nazareno e del desiderio da questi espresso di vederla di persona a Piccareddu. T. Z., incuriosita, chiese a che ora si erano recati dal Frate e con somma meraviglia poté verificare che l’improvvisa sensazione di benessere da lei avvertita, coincideva perfettamente con l’orario della visita fattagli dai familiari. Prima di intraprendere il lungo viaggio per la Sardegna, volle sottoporsi a nuovo controllo cli- nico presso lo stesso specialista e quindi partì senza attenderne il risultato.

Arrivata a Pula, telefonò al medico, il quale rispose testualmente: “Signora, io non so che cosa sia successo, ma lei non ha più niente!”. Si recò allora a Piccareddu da Fra Nazareno e questi appena la vide, andandole incontro disse: “Ma dov’è che avevi il male?” – e intanto le indicava il punto in cui questo era localizzato – “… Vedi che non c’è più niente?… “ – aggiunse – “Vai e fatti controllare”. Da quel giorno la signora T. Z. non ha avuto più alcuna emorragia e a distanza di diciotto anni continua a godere ottima salute. Fra Nazareno era consapevole di quanto avveniva intorno a sé, così come si rendeva perfettamente conto dell’efficacia delle sue preghiere, ma guai ad osare ringraziarlo… “ringraziate il Signore!” – interrompeva deciso quando le persone gli si avvici- navano dopo aver ricevuto delle particolari Grazie.